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Il comune dell'Isola del Giglio si trova in provicia di Grosseto, ad una altitudine che varia da 0 a 496 metri s.l.m., ed ha una popolazione di circa 1600 abitanti. Il suo nome non deriva dal fiore o dalla dominazione Fiorentina, ma dalla latinizzazione del vocabolo greco "aegilium", che significa "capra". L'isola è infatti popolata da mufloni e veniva un tempo chiamata "Isola delle capre".

L'Isola del Giglio, situata a 11 km dal promontorio dell'Argentario, coniuga le bellezze artistiche, come Giglio Castello e la Torre del Saraceno, ai paesaggi ricchi di flora e fauna unici nella specie e nel genere. Lungo i 28 km di costa, infatti, è facile alzare gli occhi ed ammirare il volo del falco pellegrino, gabbiano reale e del gabbiano corso, illustri rappresentanti della grande varietà di uccelli che popola l'isola. Inoltre è possibile visitare il Crocifisso in Avorio del Giambologna conservato nella Chiesa di San Pietro Apostolo.
Nata quasi cinque milioni di anni fa, l'isola era già abitata all'Età della Pietra e fu in passato un importante avamposto per le navi da guerra degli Etruschi. Passato sotto il dominio romano e amministrato dai Domizi Enobardi, il Giglio diventò un importante centro marittimo per i collegamenti navali con le Province d'oltremare dell'Impero. Da Giulio Cesare a Plinio, molti personaggi importanti della Roma antica non hanno mancato di menzionare l'isola per la sua bellezza ed importanza.
Con il crollo dell'Impero Romano, la storia del Giglio si arricchì di una figura particolarmente venerata, quella del monaco Mamiliano, un eremita del quale l'isola custodì le spoglie per un certo periodo. Era l'epoca delle prime scorribande dei razziatori e dei pirati e la gente del luogo si appellava sempre a Mamiliano, che prestava soccorso infondendo loro il coraggio per difendersi dalle numerose incursioni. La storia di questo personaggio destò la curiosità di numerosi frati eremiti, che scelsero il Giglio per stabilirsi e vivere in solitudine.
Il Medioevo del Giglio è segnato da numerose vicissitudini politiche. Nell'805 Carlo Magno donò l'isola all'Abbazia delle Tre Fontane, ma nel corso degli anni la proprietà passò a numerose famiglie nobili e persino al comune di Perugia. Nel 1241, sulle acque intorno all'isola, la flotta dell'imperatore Federico II sconfisse quella genovese che conduceva dei prelati a Roma, per partecipare al Concilio indetto da Gregorio IX proprio per discutere dell'imperatore.
Le dominazioni cui l'isola fu stata sottoposta non erano ancora terminate. Dal 1264 fu presa Pisani, ma negli anni successivi la proprietà cambiò molte altre volte. Reggere l'isola del Giglio voleva dire avere a che fare con le incursioni dei pirati saraceni, situazione questa che fu risolta solo con una gloriosa battaglia il 18 novembre 1799, quando i Gigliesi riportarono una vittoria definitiva e schiacciante contro i Turchi. Stabilizzata politicamente e non più alla mercé dei briganti del mare, l'isola avviò una fruttuosa attività di sfruttamento minerario e furono aperte numerose cave.